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lunedì 5 novembre 2007

seti@home

SETI è la sigla per "The Search for Extra-Terrestral Intelligence". È un progetto portato avanti dal SETI Institute, un'organizzazione scientifica privata senza scopi di lucro per la ricerca di segni di vita intelligente nell'universo.

Ad oggi sono stati osservati coi moderni telescopi circa un centinaio di pianeti appartenenti ad altri sistemi stellari, ma le capacità degli strumenti contemporanei non permette assolutamente di rilevare le caratteristiche necessarie allo sviluppo della vita in questi luoghi lontani.

Ecco quindi che la ricerca si sposta dall'osservazione all'ascolto. Non si basa più nell'osservare i corpi celesti, ma nel puntare antenne e radiotelescopi in punti dell'universo, cercare di prendere dei segnali utili e successivamente analizzarli e capire se possono avere origine da esseri viventi intelligenti (ironicamente si possono chiamare "messaggi in bottiglia").


Nel 1974 noi terrestri abbiamo fatto una cosa del genere dal radiotelescopio di Arecibo (nella foto), in Porco Rico. Un breve messaggio contenente diverse informazioni su di noi, sulla chimica terrestre, sulla nostra matematica e qualche altra informazione venne trasmesso in direzione dell'ammasso globulare M13. Il messaggio arriverà a destinazione tra circa 25.000 anni (la distanza dell'oggetto da noi è, infatti, di 25.000 anni luce circa). Successivamente si è valutato che l'alta densità stellare dell'oggetto e la conseguente elevata quantità di radiazioni difficilmente permetterebbe lo sviluppo della vita in questi sistemi stellari, ma non è da escludere che il segnale incontri qualche sistema mai osservato lungo il cammino. In tutti i modi la motivazione dell'iniziativa fu quella di compiere il primo passo, senza troppe aspettative. Se poi il messaggio arriverà a qualcuno in ascolto...


Tornado al progetto SETI, ben presto si arrivò alla conclusione che la quantità di segnali prelevata dalle antenne in ascolto era talmente elevata da non riuscire ad analizzare tutto il materiale.

Ecco qui che entra in gioco il progetto seti@home. Come aumentare la potenza di calcolo degli elaboratori elettronici? Semplice, averne a disposizione molti di più e metterli al lavoro insieme. Qui entrano in gioco i semplici utenti di computer: chiunque ha un pc a casa connesso ad internet può, infatti, collaborare al lavoro di analisi mettendo a disposizione le risorse inutilizzate del computer durante il lavoro quotidiano. Raramente, infatti, si utilizza il 100% delle risorse di calcolo del proprio personal computer.
Per far questo è sufficiente installare il programma Boinc, disponibile per Windows, Linux e MacOSX. Una volta installato ed eseguito lo si connette col progetto seti@home ed il resto lo fa lui in automatico. Tutto qui. (Sfruttando esclusivamente le risorse di sistema inutilizzate, l'esecuzione del programma non provoca rallentamenti di nessun genere nelle performance del computer).


seti@home non è l'unico progetto di calcolo combinato a cui si può partecipare. Nella fase di connessione del programma è possibile sceglierne diversi, dai progetti di ricerca ambientali a quelli medici e matematici. Quindi buona scelta e buona collaborazione @home.


Altri link:
http://it.wikipedia.org/wiki/SETI
http://it.wikipedia.org/wiki/SETI%40home

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1 Commenti:

Alle 20 giugno, 2012 21:46 , Blogger Unknown ha detto...

Indubbiamente è un progetto in cui bisogna crederci,solo cosi acquista senso,l'unico contributo dato all'umanità da parte del SETI che gli riconosco è il calcolo distribuito,che fortunatamente consente di collaborare a progetti più utili e non campati per aria come il SETI appunto.Ovviamente siamo tutti consci del fatto che la vita potrebbe anche esserci nell'universo,l'alto numero di pianeti scoperti negli ultimi anni sposterebbe l'ago della bilancia a favore di questa tesi,che per contro potrebbe anche non significare niente,considerando le distanze enormi che ci sono in gioco.Pensate se si ricevesse un segnale che ha percorso una distanza di 14 miliardi di anni,credete che ci sarebbe il tempo per una risposta da parte nostra,e mettersi in attesa di una loro eventuale risposta? Direi propio di no,la stella piu vicina a noi,molto prima di 14 miliardi di anni.porrà fine a tutto questo,e allora,a rigor di logica,ma che senso ha tutto questo? Vogliamo davvero credere che siano dietro l'angolo? Le probabilità che si scopra un segnale rivolto direttamente a noi sono praticamente a zero,ne sono convinti al SETI,per tutto il resto ci vorrà la classica botta del suddetto .ulo!

 

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